Faible participation aux dépistages : plus de 50 000 cancers non détectés
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Ces chiffres révèlent une situation préoccupante concernant la participation aux dépistages oncologiques en Italie. Le nouveau rapport de l’observatoire national du dépistage (Ons), basé sur les données de 2023, met en lumière des taux d’adhésion insuffisants aux programmes de dépistage organisé, menant à un nombre significatif de cancers non détectés.
Points clés du rapport:
Dépistage mammographique:
Participation moyenne nationale : 45,8%
Variations régionales importantes : de 71% (Bolzano) à 25% (Campanie).
Dépistage du col de l’utérus:
Participation moyenne nationale: 46,9%
Fortes disparités régionales : de 78% (Trento) à 17% (calabre).
Dépistage colorectal:
Participation moyenne nationale : 32,5%
Taux d’adhésion très variables: de 62% (Vénétie) à 4,4% (Calabre).
Conséquences de la faible adhésion:
En 2023, des millions de personnes ont ignoré les invitations aux dépistages.
* Plus de 50 000 cas de cancers ou de lésions précancéreuses n’ont pas été détectés.
Comparaison des taux d’adhésion:
| Dépistage | Participation Nationale Moyenne | Région avec la plus forte adhésion | Région avec la plus faible adhésion |
| ——————— | —————————— | ———————————- | ———————————– |
| Mammographie | 45,8% | Bolzano (71%) | Campanie (25%) |
| Col de l’utérus | 46,9% | Trento (78%) | Calabre (17%) |
| Colorectal | 32,5% | Vénétie (62%) | Calabre (4,4%) |
FAQ (Foire Aux Questions)
Qu’est-ce qui est analysé dans le rapport de l’Ons?
Le rapport analyze les données de 2023 des programmes de dépistage oncologique (mammographie, col de l’utérus et colorectal).
Quelle est la participation moyenne au dépistage mammographique?
La participation moyenne nationale au dépistage mammographique est de 45,8%.
Quels sont les cancers les moins dépistés?
Le dépistage colorectal présente la plus faible participation moyenne (32,5%).
Que signifie une faible participation aux dépistages?
Cela signifie que de nombreux cancers et lésions précancéreuses ne sont pas détectés à temps.
Que faut-il faire face à ces faibles taux d’adhésion?
Il faut améliorer les capacités organisationnelles, fournir plus d’informations, et mettre en place des campagnes de sensibilisation efficaces.
La moitié des femmes éligibles au dépistage du cancer du sein et du col de l’utérus ne se présentent pas. Les chiffres sont encore plus alarmants pour le dépistage du cancer colorectal, avec plus de 65 % d’abstention. En 2023,des millions de personnes n’ont pas reçu ou,le plus souvent,ont ignoré l’invitation à un dépistage oncologique gratuit,particulièrement dans les régions du sud. Conséquence directe : plus de 50 000 cas de cancer ou de lésions précancéreuses n’ont pas été détectés.
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Questi sono alcuni dei dati che emergono dal nuovo rapporto dell’Osservatorio nazionale screening (Ons), che ha analizzato i dati del 2023 dei programmi di screening oncologico organizzato (mammografico, cervicale e colorettale) e che sono stati presentati oggi a Roma, nel corso del convegno “Gli screening oncologici in Italia: luci ed ombre”.
Mammografie, adesione al palo
Nel 2023 sono state invitate 3.221.884 donne, pari al 98% della popolazione target. L’adesione media nazionale allo screening mammografico è del 45,8%, con notevoli differenze tra le Regioni: dal 71% della Provincia autonoma di Bolzano al 25% della Campania. Tutte le Regioni del Mezzogiorno, ad eccezione del Molise, si collocano al di sotto della media nazionale.
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“L’adesione allo screening mammografico è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al periodo pre-pandemico, ma è ancora lontana dall’obiettivo del 75% indicato dal Piano europeo di lotta contro il cancro”, commenta Marco Zappa, coordinatore dell’Ons. “Inoltre, il tasso di positività (numero di donne con test di screening positivo ogni 100 donne che eseguono lo screening) è pari al 4,4%, con ampie variazioni tra le Regioni: dal 7,4% della Liguria al 2,7% della Sicilia”.
I numeri dello screening cervicale
“Nel 2023 sono stati identificati 2.737 carcinomi invasivi,1.744 in donne che non avevano aderito allo screening e 993 tra quelle che avevano aderito, ma con intervallo superiore a quello raccomandato (5 anni per il test Hpv e 3 anni per il Pap-test)”, spiega Paola Mantellini, coordinatrice dell’Ons. “Questo significa che lo screening cervicale ha comunque un impatto significativo, ma potrebbe essere ancora più efficace se l’adesione fosse maggiore e gli intervalli tra i test fossero rispettati”.
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La prevenzione del tumore del collo dell’utero
Nel 2023 sono state invitate 3.982.378 donne, di cui il 71,3% (n. 2.838.955) con test HPV e il 28,7% (n.1.143.423) con Pap-test. Complessivamente, è stato invitato il 111% della popolazione target, con forti differenze tra regioni: dal 162,9% della Puglia al 61,5% della Calabria.”Le percentuali superiori al 100% – spiega Cartabellotta – registrate in ben 12 Regioni, lasciano presumere un numero molto elevato di recuperi degli inviti non effettuati negli anni segnati dalla pandemia”. La media nazionale di adesione allo screening cervicale è del 46,9%,con forti disparità tra le Regioni: dal 78% della Provincia autonoma di Trento al 17% della Calabria.
Colon retto, il fanalino di coda
Nel 2023 è stato invitato il 94,3% (n. 7.945.956) della popolazione target, con marcate differenze regionali: dal 118,6% dell’Emilia-Romagna al 55,9% della Sardegna. La media nazionale è del 32,5%, con un’adesione che varia sensibilmente tra le Regioni: dal 62% del Veneto al 4,4% della Calabria. Tutte le Regioni del Mezzogiorno, ad eccezione della Basilicata, si collocano al di sotto della media nazionale.
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“Il tasso di adesione agli screening – spiega Cartabellotta – è un indicatore che sintetizza le performance complessive dei servizi sanitari regionali sugli screening organizzati.Riflette la capacità di mantenere aggiornati i dati anagrafici della popolazione target, programmare e spedire gli inviti, promuovere campagne di sensibilizzazione pubblica e garantire l’erogazione dei test di screening”.
Controlli fuori dagli screening
Molte persone, soprattutto nel caso dei controlli mammografici e per il tumore della cervice uterina, scelgono vie diverse da quella dello screening organizzato. “Tuttavia, per questi esami non esistono dati oggettivi (es. tasso di identificazione dei tumori o percentuale di positivi che si sottopongono al test di secondo livello), né controlli standardizzati sulla qualità dei test. E non vi è alcuna certezza che, in caso di esito positivo, venga attivato un adeguato percorso diagnostico e terapeutico”, sottolinea Cartabellotta.
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Certo è che se ci sono molti cittadini che preferiscono seguire una via diversa c’è qualcosa che non funziona. “È evidente che sul fronte degli inviti molte Regioni, in particolare del Sud, devono migliorare le proprie capacità organizzative. Ma, la principale criticità rimane la scarsa adesione agli screening: servono maggiori informazioni, strategie di comunicazione efficaci e coinvolgimento attivo dei cittadini”, conclude Cartabellotta. “Perché aderire agli screening organizzati significa diagnosi precoce, trattamento tempestivo delle lesioni pre-cancerose, un numero maggiore di guarigioni definitive, meno sofferenze per i pazienti, costi minori per il SSN e, soprattutto, meno decessi per tumore”.
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1747738963
Ces données proviennent du nouveau rapport de l’Observatoire national du dépistage, qui a analysé les données de 2023 des programmes de dépistage oncologique organisé (mammographie, col de l’utérus et colorectal). Ces informations ont été présentées lors d’une conférence à Rome intitulée « Le dépistage oncologique : les points positifs et négatifs ».
Mammographies : l’adhésion stagne
En 2023,3 221 884 femmes ont été invitées,ce qui représente 98 % de la population cible. L’adhésion moyenne nationale au dépistage mammographique est de 45,8 %, avec des différences notables entre les régions : de 71 % dans la province autonome de Bolzano à 25 % en campanie. Toutes les régions du sud,à l’